Biografia
1930 – 1968
Cresce in Maremma dove compie i suoi studi.
Si iscrive poi all’Università di Roma dove rimane a vivere.
Trascorre alcuni anni in Venezuela dove svolge diversi mestieri: movimenti di terra, apertura di strade di penetrazione nella foresta, auditoria. Durante il suo lavoro nella foresta amazonica entra in contatto con una tribù di indios Guajiros che eseguono lavori di intaglio nel legno e ne rimane affascinato, esperienza che poi impronterà il resto della sua vita.
Tornato in Italia fa il consulente tributario, poi l’agente editoriale e nel frattempo scrive un libro di favole per bambini che ebbe molto successo.
Ma di notte, con un trincetto da calzolai, intaglia pezzetti di tek come aveva visto fare agli indios della foresta, e come già faceva da ragazzo con i pupazzi di legno del suo teatrino.

1968
Inizia la sua attività di scultore.
Decide di seguire la propria vocazione ed abbandona ogni altra attività per dedicarsi totalmente alla scultura,seguendo anche le esortazioni ed i consigli di amici, artisti affermati come Eva Fischer, Ugo Attardi, Leo Guida ed altri.
Conosce poi e frequenta Emilio Greco, con il quale intratterrà un rapporto di stima ed amicizia fino alla sua morte, Pericle Fazzini e Corrado Cagli.
Apre il suo primo studio in Via Lorenzo Valla, a Monteverde.

1969
Inaugura la sua prima mostra presso la galleria La Scala in Trastevere.
Espone sculture in legno, cemento e terracotta.

1970
Il suo primo approccio con la resina, ed è uno dei primi in Italia a impiegare questo materiale nella scultura.
Esegue i suoi primi lavori presso la fonderia di Domenico Annichiarico, amico ed oggi stimato insegnante accademico. Nascono così i suoi primi lavori di grandi dimensioni e strutturati in ferro, come i suonatori dell’Orchestrina del Dopolavoro Aziendale, le donne allo specchio ed altri.

1972
Apre lo studio di vicolo della Frusta, tutto un palazzetto del settecento che era stato per secoli un fienile e poi un rimessaggio per cavalli e carrozze.
Nella zona circostante viveva ancora la vecchia Roma piena di botteghe artigiane. Ci si trovavano ancora le stalle di quasi tutte le carrozzelle romane e nella piazzetta sottostante lo studio, ancora per pochi anni sarebbe rimasto l’unico maniscalco della città.
Lo studio sarà per oltre vent’anni, un luogo di incontro fra pubblico e artisti. Vi hanno soggiornato e lavorato a lungo: Alejandro Kokocinski, Felix Semionov, Philippe Leroy, Pino Schiti, Ana Zimmermann , Stefania Di Lino ed altri di diverse nazionalità.
Nello stesso anno espone e soggiorna a Londra e Tel Aviv.

1973
In Israele per diversi mesi.
Soggiorna per una settimana in un Kibbutz sotto le alture del Golan ancora sotto il fuoco sporadico dei mortai siriani. Nasce in lui un profondo legame di affetto e partecipazione nei confronti di questo popolo.
Tornato in Italia scolpisce una serie di Menorah in vari materiali: ferro-resina, bronzo, legno. Si tratta di sculture monotematiche: i campi di sterminio nazista.

1974
Lavora ancora alle Menorah che espone prima a Roma presso la Galleria Il Grifo di Beppe Montanucci in via di Ripetta e, nello stesso anno, a Tel Aviv presso la Galleria New Arts Studio di Thalma Zakoi.

1976/1979
Inizia il periodo delle maternità.
Lavora quasi esclusivamente su questo tema che lo affascina e che ripropone in una grande varietà di interpretazioni.
Torna in Venezuela per una esposizione presentata al catalogo da Rafael Alberti e anche per coronare un vecchio sogno: lavorare il bellissimo legno di Caoba che usavano gli indios Guajiros. Scolpisce una serie di opere usando anche altri straordinari legni tipici della foresta amazonica.
Al rientro in Italia si innamora dell’alabastro.
Comincia a frequentare le cave di Volterra per scegliersi le pietre da lavorare. Compra per un milione di lire (una grossa cifra allora) un' enorme pietra di agata con la quale esegue il busto della madre morta nel 1977. Usa anche alabastri rosati spagnoli e tunisini ed inoltre scolpisce il marmo e la pietra tufacea di Lecce.
Comincia anche a dipingere, inizialmente solo come relax poi con sempre maggiore partecipazione.
Esegue la sua prima scultura per il premio Popolarissimo alla quale seguiranno altre negli anni successivi.

1980 - 1984
Nascono gli Icaro, le Ofelia e le Salomè, ma è soprattutto il mito di Icaro ad affascinarlo per quel suo profondo significato sempre attuale.
Viene poi il periodo delle biciclette come compagna, amante, amica, non oggetto ma partecipe della vita dell’uomo. E’ lei la protagonista unica di tutta una ricerca che culmina in una esposizione intitolata bicicletta amore presso la galleria Torquato Tasso di Bergamo.
Crea per due anni consecutivi, 1981 e 1982, la scultura per il premio ISDAP alla Mostra del Cinema di Venezia (un bronzetto ed una piccola scultura in argento).
Viene incaricato di eseguire una medaglia in bronzo da inserire sul frontespizio dei passaporti per Cinecittà che saranno poi consegnati dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini.
Esegue una grande scultura in legno di ulivo (altezza due metri) per il premio “un film per la pace“ che verrà assegnata a Roman Polanski.

1985
Vive quasi tutto l’anno negli U.S.A. scolpendo legni locali: Cedar, Oak, Birch, oltre ad alcuni trovati durante i suoi vagabondaggi sulle rive del mare, a Charleston, o a Lake Norman, o presso la riserva indiana dei Cherokee nelle Blue Mountains.
Per quattro mesi vive, con il figlio Piero, in una casetta in mezzo ad un bosco nei pressi di Charlotte in North Carolina messagli a disposizione dall’ industriale tessile Hans Keilhack, per il quale esegue una serie di opere. Sempre con il figlio Piero viaggia in macchina coast to coast fino a Los Angeles, invitato dal produttore cinematografico Jury Harkam per eseguire una serie di sculture.
Soggiorna per diversi mesi a Beverly Hills ed a Malibù dove esegue una maternità in legno di ulivo di oltre due metri di altezza per un metro e mezzo di diametro. La singolarità sta nel fatto che l’ulivo non esiste in America. Il tronco fu rinvenuto da nino Mandrici una mattina all’alba passeggiando per Zuma Beach, portato dal mare da chissà dove.
Dipinge anche una serie di quadri di grandi dimensioni ed esegue anche alcune sculture in legno di Cedar.

1986
Ancora negli U.S.A. di nuovo a Charlotte N.C. dove esegue vari lavori per: Skandia LTD – Keltex Corporation – William De Dekker LTD.

1988
Lascia con grande rammarico il palazzetto di vicolo della Frusta e si trasferisce in una vecchia stalla ristrutturata a pochi metri dal vecchio studio.
Nel frattempo Trastevere è cambiata, sono scomparsi tutti gli artigiani ed i romani per lasciare il posto ad una invasione di stranieri e ristoranti.
Torna a lavorare nel vecchio studio di via Lorenzo Valla, a Monteverde.
Viene invitato ad esporre nel Chiostro di San Nicolò durante il Festival dei Due Mondi di Spoleto. Nello stesso anno conosce la pittrice Barbara Wolfart alla quale lo legherà poi un sentimento di fraterna amicizia.
Comincia a lavorare in Germania, a Kempten, dove tiene degli stages di scultura per professionisti sul tema: la linea e il volume, l’armonia della forma.

1988 - 1996
Alterna il suo lavoro fra l’Italia e la Germania.
Sceglie di non partecipare più alla vita pubblica e si ritira nel suo studio in pace e armonia con se stesso.
Continua a tenere i suoi stages a Kempten.

1997
Torna ad esporre a Roma, a Palazzo Valentini, dopo dieci anni di assenza e solo per le pressioni di amici e collezionisti.

1998
Scopre la ceramica e si reca a Deruta per “imparare“.

2001
Viene invitato dalla Topferschule di Gordola (Locarno) a tenere un corso per professionisti come quello che ancora tiene in Germania.

2002
Ancora alla Topferschule. Esegue la scultura “l’albero della vita“ per l’associazione 11 Settembre la quale ne fa il proprio simbolo.
La scultura viene omaggiata a personalità (Ministri, Capi di Stato, Governatori) distintisi per meriti particolari in favore della pace.
La Provincia di Roma gli dedica una mostra antologica per i suoi 35 anni di attività.

2004 - 2005
Lavora alla preparazione di una mostra antologica che il Comune di Roma gli dedicherà nel 2006.
Continua a tenere i suoi stages a Locarno e Kempten.

2006 - 2012
Il Comune e la Provincia di Roma gli dedicano una mostra antologica nel complesso del Vittoriano, sala Giubileo.
Continua i suoi stages a Locarno e Kempten. Nel 2010 si reca a Pechino invitato per una mostra di artisti italiani e lascia un’opera al Museo.



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